INCIPIT
«Pista! Ehi, pista!».
Le rotelle dello skateboard grattarono il cemento del marciapiede
con un suono sordo, spezzato di tanto in tanto da un colpo secco
ogni volta che la ragazza ollava per superarne il bordo e ricadere col
nose sull'asfalto della strada.
«Forza lenticchie! Via di lì o vi metto sotto!».
Una ragazza bionda con le trecce e un vestitino blu, che sembrava
troppo giovane per la sua età, fece appena in tempo a scostarsi che
Rebecca le passò accanto sfiorandole una spalla, per poi lanciarsi
verso l'incrocio che portava all'istituto Guerini, distante ormai non
più di due o trecento metri.
Molto più sotto, arrancando come un orso che cerca di
raggiungere un favo di miele posto in cima a un albero, Alessandro
sudava e sbuffava, spingendo con forza sui pedali, cercando di
percorrere quell'ultimo tratto di salita che l'avrebbe portato dinnanzi
al cancello della scuola prima che muscoli e polmoni decidessero di
scioperare.
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