Prefazione

In genere le prefazioni non vengono mai lette, forse perché ci si aspetta contengano solo una breve introduzione ai contenuti di un libro, o forse semplicemente perché in qualche modo non le si considera veramente parte integrante dell'opera, ma piuttosto una sorta di rito dal quale non si può prescindere, come passare dall'anticamera a lasciare il cappotto prima di entrare in soggiorno. In realtà la prefazione è forse la parte più importante di un volume perché, se scritta con la dovuta cura, ne dà la chiave di lettura. Scrivere un libro, infatti, è come affrontare un sentiero sconosciuto. Si sa più o meno la direzione che si vuole prendere, o forse sarebbe più corretto dire che si ha un'idea di dove si vuole arrivare, ma non si sa ancora esattamente come ci si arriverà. Man mano che si scrive, che ci si inoltra lungo il sentiero, si apprendono cose nuove, si fanno scelte differenti, si comprende meglio perché si è affrontato quel cammino e alla fine si chiarisce anche la meta finale. È a questo punto che nasce il desiderio di condividere con i propri lettori quel percorso, non semplicemente mostrando loro la strada, ma indicando ogni passaggio, facendoli partecipi di ogni sensazione, ogni paura, ogni scoperta che hanno caratterizzato il nostro viaggio. Un libro non è quindi solo una mappa, ma un vero e proprio diario di viaggio, un momento della propria vita che in qualche modi ci sopravvivrà.

Questo dunque è lo scopo di questa prefazione: aiutare chi si accinge ad affrontare questo percorso a provare le stesse sensazioni e gli stessi sentimenti di chi per primo lo ha aperto con la penna e con il cuore.

Credo quindi sia importante chiarire un punto, prima di affrontare la lettura dei prossimi capitoli. Non si impara ad acquistare una maggiore serenità semplicemente leggendo un libro, per quanto siano profondi i suoi contenuti. In effetti, non è leggendo che si impara realmente. Solo l'esperienza insegna veramente qualcosa, e solamente a chi si predispone veramente per imparare. Un libro è come una pista con dei segnali, qualcuno lungo la strada che ci può dare una mano, qualcun altro seduto sul ciglio che ci consiglia, qualcuno che corre accanto a noi forse con il nostro stesso obiettivo, forse no. A volte, per qualcuno, l'unica ragione della corsa è correre, non raggiungere un traguardo. Comunque sia, non è la strada che ci spinge a correre, non sono i consigli che ci possono dare la forza di superare gli ostacoli, e non è detto che quello che fanno gli altri vada bene anche per noi. Un libro come questo è solo uno stimolo, un confronto, un modo per valutare le proprie intenzioni, i propri desideri, le proprie ansie relazionandosi con qualcosa di esterno, di scollegato dalla nostra realtà e quindi, in qualche modo, oggettivo, pur nella soggettività intrinseca di chi lo ha scritto.

Non ci sono formule magiche o antichi proverbi cinesi che possano cambiare la nostra vita. Quello spetta solo a noi. A volte, però, una frase, un'idea, il racconto di un'esperienza, possono far scattare qualcosa dentro di noi, aprirci una porta che pensavamo chiusa o non sapevamo neanche esistesse. Non è detto che la nuova strada sarà migliore, non è detto che la nostra vita subirà una svolta, ma se andiamo avanti con la curiosità del bambino e la consapevolezza dell'adulto e soprattutto, se amiamo veramente la vita, nonostante i momenti difficili che spesso la caratterizzano, allora ogni incrocio, ogni bivio, ogni percorso rappresenterà comunque un'opportunità di migliorare noi stessi e la qualità della nostra vita.